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Con l’espressione diritto alla privacy ci si riferisce al diritto alla riservatezza della vita privata di una persona.
In altre parole è il diritto alla riservatezza delle informazioni personali e della propria vita privata.
D’altro canto può definirsi come il diritto a non subire violazioni della privacy della propria sfera privata senza autorizzazione, da parte di soggetti terzi.
Questi possono esser identificati in altri individui, in entità private e pubbliche che vengono a contatto con dati della sfera privata.
Tali soggetti devono avere le autorizzazioni richieste dalla legge per venire a contatto con I predetti dati.
Indubbiamente nella società odierna la tematica del diritto alla privacy è alquanto rilevante.
E si avverte in maniera sempre maggiore la necessità della tutela dei dati della nostra sfera privata.
Ciò è legato essenzialmente negli ultimi decenni all’evolversi incondizionato delle tecnologie informatiche e soprattutto dell’uso di Internet.
Invero da un lato il web ha portato con sé innumerevoli vantaggi in tutti i settori della vita, semplificando in maniera eccezionale ogni tipo di attività.
Basta semplicemente guardare alla recente esperienza della pandemia per comprendere come si sia rivoluzionato ulteriormente l’uso di Internet e il suo mondo.
Dall’altro lato c’è da dire che il suo utilizzo smisurato ha sollevato questioni legati alla violazione dei dati personali.
Va da sè che l’uso di Internet ha comportato la trasmissione e lo scambio di dati personali e questo ovviamente necessita di tutela.
Il rischio che sta dietro è proprio quello di vedersi violati i propri dati personali con estrema facilità.
Da qui la necessità del diritto alla protezione dei propri dati personali.
Cosa sono i dati personali?
Abbiamo detto sopra che il diritto alla privacy è il diritto alla riservatezza dei dati personali.
Al fine di capire il contenuto di questo diritto è spontaneo domandarsi su che cosa siano esattamente i dati personali, oggetto appunto di tutela.
Ebbene essi sono le informazioni che identificano o rendono identificabile in modo diretto o indiretto una persona fisica.
Si tratta quindi di dati che danno informazioni sulle caratteristiche della persona, sulla salute, sulla situazione economica, sulle relazioni personali, sulle sue abitudini, sullo stile di vita, così via.
Per esempio sono dati personali che identificano in modo diretto quelli anagrafici, come il proprio nome e cognome.
Altri dati identificano in modo indiretto come il numero della targa, della carta di credito, il codice fiscale o l’indirizzo IP.
Le categorie dei dati nel Codice di protezione dei dati personali
Per rifarci alla suddivisione che il Codice di protezione dei dati personali fa, essi si distinguono in quattro categorie:
- dati personali: qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale.
- dati sensibili: quelli idonei a rivelare “l’origine etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni o organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale”.
- i “dati identificativi“, dati personali che permettono l’identificazione diretta dell’interessato.
- dati giudiziari: sono quelle informazioni idonee a rivelare dati in materia di casellario giudiziale, anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reati o dei relativi carichi pendenti, o la qualità di imputato o di indagato.
Precisiamo che oggi tra i dati sensibili rientrano anche i dati genetici, i dati biometrici e quelli relativi all’orientamento sessuale.
Questi sono stati inclusi dal Regolamento UE 2016/679.
Inoltre, in connessione con l’evoluzione delle nuove tecnologie, hanno preso rilevanza anche altri dati personali.
Tra questi quelli riguardanti le comunicazioni elettroniche a mezzo Internet o telefono (numeri di telefono) e le informazioni sui luoghi frequentati e sugli spostamenti, cioè quelli sulla geolocalizzazione.
Ulteriore categoria che qualcuno include è quella dei dati semisensibili facendovi rientrare informazioni che potrebbero cagionare danni all’interessato.
Vi rientrano i dati di sospettati di frode o quelli riguardanti la situazione finanziarie.
Le parti nel diritto alla privacy
Chiarito il significato di dati personali, cerchiamo di capire quali parti coinvolge il diritto alla privacy.
In particolare l’Ufficio del Garante ha formulato una scheda di sintesi, alla quale attingiamo, sulle parti coinvolte nel diritto alla privacy e di seguito descritte:
- l’interessato è la persona fisica alla quale si riferiscono i dati personali. Quindi, se un trattamento riguarda, ad esempio, l’indirizzo, il codice fiscale, ecc. di Mario Rossi, questa persona è l”interessato” (articolo 4, paragrafo 1, punto 1), del Regolamento UE 2016/679);
- il titolare è la persona fisica, l’autorità pubblica, l’impresa, l’ente pubblico o privato, l’associazione, ecc., che adotta le decisioni sugli scopi e sulle modalità del trattamento (articolo 4, paragrafo 1, punto 7), del Regolamento UE 2016/679);
- il responsabile è la persona fisica o giuridica alla quale il titolare richiede di eseguire per suo conto specifici e definiti compiti di gestione e controllo per suo conto del trattamento dei dati (articolo 4, paragrafo 1, punto 8), del Regolamento UE 2016/679.
Il Regolamento medesimo ha introdotto la possibilità che un responsabile possa, a sua volta e secondo determinate condizioni, designare un altro soggetto c.d. “sub-responsabile” (articolo 28, paragrafo 2).
Trattamento dei dati personali
A proposito del titolare del trattamento dei dati (data controller), appare doveroso chiarire cosa si intenda per trattamento dei dati.
“la persona fisica o giuridica, l’autorità pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali“
Il trattamento racchiude qualunque operazione o complesso di operazioni, effettuati anche senza l’ausilio di strumenti elettronici, sui dati personali.
Perciò tutte le le operazioni concernenti:
– la raccolta, la registrazione, l’organizzazione;
– la conservazione, la consultazione, l’utilizzo;
– l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione;
– il raffronto o l’interconnessione;
– la comunicazione, la diffusione;
– il blocco, la cancellazione e la distruzione di dati, anche se non registrati in una banca di dati.
In breve quindi il trattamento è qualsiasi tipo di attività o insieme di operazioni, applicate ai dati personali, con o senza l’uso di processi automatizzati.
E chi si occupa di tali operazioni su dati personali altrui è tenuto ad adottare determinate misure per il loro sicuro e corretto uso.
Al contrario chi fornisce i suoi dati personali ha diritto ad avere un legittimo trattamento di essi proprio perchè sono dati idonei a fornire informazioni sulla propria persona.
Infatti spesso alcuni dati rivelano informazioni molto delicate sull’individuo.
Per esempio i dati sensibili rivelano lo stato di salute o l’orientamento sessuale.
Per non parlare, prendendo questo esempio, della possibilità di discriminazioni verso il soggetto
Proprio per tale ragione la legge prevede che i dati personali siano trattati in modo sicuro cioè con modalità idonee a tutelare la riservatezza del soggetto. Così si tenta di prevenire comportamenti illegittimi che cagionino danno al titolare.
Anzi in alcuni casi è richiesto pure il previo consenso scritto dell’interessato.
Riferimenti normativi in materia di diritto alla privacy
Per quanto detto sopra, la legge deve prevedere le idonee misure e fornire gli strumenti necessari per la tutela di questo importante diritto in commento.
Tutte le normative per la privacy che si sono susseguite negli ultimi anni hanno mirato alla salvaguardia e alla tutela della sfera privata dell’interessato.
Entrambi gli aspetti impediscono la divulgazione di informazioni senza l’autorizzazione dell’individuo nonchè l’intromissione da parte di terzi nell’altrui sfera privata.
Indubbiamente la legge presa a riferimento per la regolamentazione sulla privacy è il Decreto 196 del 2003 ovvero il “Codice in materia di protezione dei dati personali”.
Il testo è noto anche come “Testo unico sulla Privacy” o Codice della privacy, ed è entrato in vigore dal 1° gennaio 2004.
A dire il vero esso ha rappresentato un ampliamento del percorso legislativo già avviato in Italia con la legge n. 675/96.
Il codice della privacy è ritenuto quello più completo a livello europeo.
Inoltre nel 2016 è stato pubblicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 aprile 2016, cosiddetto GDPR (General Data Protection Regulation).
Questo ha sostituito la direttiva 95/46/CE.
Il fine è stato certamente quello di uniformare le normative nazionali sulla privacy e garantire una migliore protezione dei dati dei cittadini europei dell’Unione Europea.
In conclusione possiamo dire che la tutela dei dati personali è ormai ampiamente riconosciuta come un diritto dell’individuo ad avere il controllo nonché la salvaguardia sulle informazioni e sui dati riguardanti la sua vita privata.