La tutela del diritto alla salute in Italia – Consenso informato, tso e art. 32 Cost.

In altro articolo sul diritto alla salute abbiamo sottolineato come tale diritto sia ritenuto fondamentale nel nostro ordinamento giuridico.

Infatti l’articolo 32 della Costituzione lo riconosce come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure agli indigenti.

Ma vediamo adesso come si esplica la salvaguardia di questo importante diritto nel sistema italiano e cosa si prevede per esso.

Diritto alla salute: consenso informato

Per trattare l’argomento del consenso informato dobbiamo rifarci sempre all’articolo 32 Cost. sopra citato, in particolare al secondo comma.

In esso viene stabilito che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.

Ebbene, questo secondo comma decreta la libertà del malato ossia la sua autodeterminazione riguardo al trattamento sanitario.

Pertanto, questo non può essere imposto se non nei casi esplicitamente previsti dalla legge e se vi è una necessità di tutela della salute collettiva (trattamento sanitario obbligatorio).

In tale contesto si inserisce anche il diritto di ognuno a non essere curato.

Infatti non si può obbligare una persona a un trattamento sanitario senza il suo consenso.

Per assicurare il diritto a non essere curati, prima di ogni trattamento sanitario, il medico deve ben informare ogni paziente sulla natura dell’intervento, sulle conseguenze e i rischi che esso implica e sulle eventualità di cure alternative.

È il cosiddetto «consenso informato» che va sottoposto all’attenzione del paziente prima di ogni terapia e di qualsiasi intervento terapeutico.

La sottoscrizione del consenso informato

Il consenso informato deve essere scritto in una forma tale da essere comprensibile anche ad una persona priva di conoscenze mediche.

E’ necessaria la sottoscrizione del paziente  e  si contraddistingue per una completa informazione che il medico deve fornire  al paziente. 

Esso non rappresenta un semplice motivo di giustificazione dell’opera del medico ma un vero e proprio presupposto di legittimità del trattamento.

La firma del consenso informato, dunque, non aggiunge una liberatoria e un rifiuto al risarcimento ma sancisce il rispetto di una osservanza necessaria ad assicurare l’autodeterminazione del paziente. 

Senza tale consenso verrebbe leso il diritto di autodeterminazione del paziente.

Antitetico al diritto alle cure è concettualmente il diritto a non essere obbligato ad alcuna cura non desiderata.

Infatti un paziente ricoverato in ospedale, può richiedere di essere dimesso in qualsiasi momento, nonostante le condizioni critiche di salute malgrado il parere dei medici su un pericolo concreto e grave per la propria incolumità.

Naturalmente l’unica eccezione è l’esclusivo limite della sicurezza della collettività.

Diritto alla salute: Art. 32  Cost. e TSO

In base a quanto detto, il secondo comma dell’art. 32  prevede un importante principio da rispettare nella tutela della salute degli individui.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. Ciò significa che la legge non può violare mai i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Per capire cosa i Padri Costituenti intendessero sostenere con questa espressione bisogna tener conto che la nostra Costituzione è una dimostrazione della reazione agli orrori dei regimi totalitari di inizio secolo.

Non si potevano ignorare gli esperimenti e le pratiche fatte dai nazisti come la castrazione, la sterilizzazione, l’elettroshock che potevano danneggiare in modo duraturo le funzioni fisiche dell’individuo.

Comunque, in ossequio alla Costituzione, un cittadino contro la sua volontà (legge del 23 dicembre 1978, articolo 34) può essere soggetto ad un trattamento sanitario obbligatorio (il cosiddetto TSO).

Tuttavia il tso non può essere disposto arbitrariamente da un medico qualsiasi nei confronti di un individuo ma deve piuttosto essere previsto da un atto avente forza di legge o quantomeno da una ordinanza del Sindaco, nel caso dei TSO d’urgenza.

In pratica, tranne alcune rarissime eccezioni, si attua solo in ambito psichiatrico, attraverso il ricovero (forzato) presso i reparti di psichiatria degli ospedali pubblici (SPDC – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura).

La Legge Basaglia (L.180/1978) ha reso possibile ciò disponendo la chiusura dei manicomi e la loro conversione in strutture mediche ospedaliere.

l’azione della legge avvenne nel rispetto del dettato costituzionale e nell’intento di salvaguardare la libertà individuale del soggetto affetto da patologie psichiatriche.

I pazienti non furono più collocati in carceri dell’orrore e abbandonati alle violenze di carcerieri e praticoni ma ricevevano cure mediante  regolari  prassi mediche.

Il tso e il diritto all’autodeterminazione

Difatti la legge stabilisce che si può attuare il TSO se la persona rifiuta le cure di cui necessita secondo il parere dei sanitari che l’hanno visitata e non si possono prendere misure extraospedaliere.

Tuttavia – come spiegato dalla Corte Costituzionale (sent. n. 307/1990) – solo la tutela dell’interesse alla salute collettiva può motivare la compressione del diritto tanto ampio come quello che ha un individuo all’autodeterminazione.

Ciò perché, in assenza di interesse alla salute della collettività, nessun trattamento sanitario può essere oggetto di imposizione.

Le libertà individuali trovano il limite nel bene della società.

Questo accade spesso nel caso di soggetti affetti da malattie mentali, abusi di psicofarmaci o droghe, e pertanto soggetti considerati pericolosi.

Conclusione

La salvaguardia della salute, concepita come diritto di avere accesso alla prevenzione sanitaria e di assicurarsi cure mediche, è stata introdotta anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Invero, a livello comunitario, sia l’art. 35 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea sia l’art. 3 fissano il diritto alla salute (come diritto alla prevenzione ed alle cure).

Quest’ultimo “Diritto all’integrità della persona”  presenta una serie di principi che includono:

  • il consenso libero e informato della persona sottoposta a interventi medici o biologici;
  • il divieto delle pratiche tese a migliorare la razza umana;
  • il divieto di fare del corpo umano o di sue parti fonte di lucro; il divieto di clonazione riproduttiva degli esseri umani.

La Carta ha cercato così di tutelare a livello sovranazionale l’emergere di nuove necessità e di nuove libertà.

Loredana Blanco
Loredana Blanco
Articoli: 36

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